Si è spento a fine giugno il baritono Claudio Desderi, poliedrico artista della lirica internazionale. E un grande promotore di giovani talenti.
Capita che certe notizie non ti raggiungano subito, anche perché hanno magari una ripercussione non eclatante. Capita che leggi nel programma di un festival di una serata “In ricordo di Claudio Desderi”, e realizzi che uno degli artisti che hai più stimato non c'è più. E' morto infatti Claudio Desderi a Firenze il 30 giugno scorso, all'età di 75 anni, per problemi cardiaci. Ancora qualche giorno prima era in piena attività alla Scuola di Musica di Fiesole, alla quale ha dedicato tanto tempo ed energie.
Una vita intensa
Claudio Desderi era nato ad Alessandria il 9 aprile 1943, in una famiglia di musicisti. Era infatti figlio di un compositore di notevole valore – Ettore Desderi – e di una insegnante di canto al Conservatorio di Firenze, il soprano Andreina Rissone. Fu lei ad avviarlo alla carriera di basso-baritono: il debutto in scena lo fece nel 1969 al Festival di Edimburgo, come Gaudenzio ne Il signor Bruschino. Senza abbandonare lo studio della viola e della direzione d'orchestra - i cui frutti arriveranno più avanti - intraprese una fortunata carriera che lo portò a esibirsi nei maggiori teatri del mondo, e sotto le più grandi bacchette. Suo terreno d'elezione furono i ruoli brillanti delle opere di Mozart, Rossini, Donizetti, in cui ebbe pochi rivali; ma non mancò nel suo carnet il Falstaff verdiano.
Memorabile l'ultimo suo Don Pasquale del 2006, a Ravenna: Muti lo richiamò poco dopo il suo ritiro dalle scene, desiderando nel protagonista un delicato carattere crepuscolare. Costante l'interesse verso il repertorio moderno e contemporaneo; e soprattutto per il mondo del lieder, genere del quale fu sempre raffinatissimo interprete. Passando dall'altra parte del palcoscenico, Desderi assunse la carica di direttore artistico del Teatro Verdi di Pisa dal 1990 al 1996, e del Regio di Torino dal 1999 al 2001; e fu infine sovrintendente al Teatro Massimo di Palermo tra il 2002 e 2003. Nel 1977 a Dublino debuttò in veste di direttore d'orchestra, attività cui si sarebbe poi dedicato con una certa frequenza. Anche la regia teatrale lo attrasse più volte, e con lusinghieri risultati.
Trasmettere l'arte alle nuove generazioni
Grande la passione di Desderi per l'insegnamento, e la dedizione verso i giovani allievi. I quali, non a caso, lo ricambiavano con stima ed affetto. Nel 1988-91, da poco arrivato alla Scuola di Fiesole, varò un fortunato “Progetto Mozart-Da Ponte”, serie di laboratori teatrali i cui esiti approdarono in vari teatri italiani ed europei, promuovendo le carriere di numerosi talenti lirici; altri ne uscirono dalle tante masterclass vocali da lui tenute un po' ovunque.
Chi vi scrive ha incrociato la sua strada più volte, avendo modo di apprezzare di persona non solo l'eccezionale arte, ma anche l'espansiva umanità, l'avversione per la routine e la voglia di rimettersi sempre in gioco. Ricordiamo in particolare due 'piccole' ma preziose produzioni da lui dirette al Teatro Borgatti di Cento con i 'suoi' ragazzi. Un Don Giovanni del 2004 dalla messinscena bizzarra, in cui recitativi erano stati da lui arrangiati per l'organo positivo del teatro con esiti invero stralunati, e L'occasione fa il ladro del 2001, ambientata nel Far West. L'opera s'apriva sulle scene iniziali del film Ombre rosse di John Ford, i recitativi era accompagnati dalla chitarra di un cow-boy, o dal pianista del saloon. Lui alla fine venne a raccogliere gli applausi in costume western, stetson in testa e sigarone in bocca.